Cosa abbiamo capito della pandemia?
E’ trascorso un anno dal primo caso di Covid-19 in Italia e undici mesi dal lockdown nazionale. Sembra lontano ma allo stesso tempo è … ieri, perché non abbiamo ancora superato lo shock della chiusura totale con lo stravolgimento delle consuete attività quotidiane e soprattutto lo shock negativo della quasi totalità delle attività economiche.
Cosa hanno capito le imprese dalla pandemia?
Dopo uno smarrimento iniziale dei board dirigenziali, il digital marketing in particolare ha elaborato strategie di intervento per tamponare le perdite e poi ha preso misure già collaudate ma ancora poco sfruttate dell’e-commerce. Non si ritorna più indietro al 2019: la pandemia ha solo accelerato un cambiamento che è diventato radicale da un giorno all’altro. Shop-online, smart working, didattica a distanza, meeting in rete sono le chiavi tecnologiche che accompagnano questo cambiamento profondo di noi cittadini, utenti e professionisti.
Il profondo cambiamento
La chiusura forzata degli esercizi commerciali, ma anche dei luoghi della cultura (musei, teatri, cinema, spazi musicali etc) hanno messo in moto gli utenti-consumatori ad un primo cambiamento: il digitale, soprattutto per comprare beni di prima e seconda necessità trascurando alcuni servizi. Il comparto food & grocery, che vale oggi 2,7 miliardi di euro (fonte Ricerca Casaleggio e Associati) cioè il 70% in più rispetto al 2019 è stato nel 2020 uno dei più performanti sorprendendo le stesse catene della GDO che si sono trovate impreparate con la propria logistica.
Altri settori hanno incrementato l’e-commerce: l’informatica e l’elettronica di consumo (+20%), spinti dalla necessità dello smart working, dalla didattica a distanza e dal consolidato comparto del gaming. Buona performance l’ha ottenuto l’abbigliamento (+22%) e ancor di più la vendita online di arredamento e home living (+32%) rispetto sempre al 2019.
Al contrario di questi settori sono crollati del 47 % i servizi legati al turismo, trasporti, ticketing coinvolgendo anche i settori finanziari e le assicurazioni.
In questo scenario c’è anche un dato importante: il risparmio degli italiani nei conti correnti è salito alla ragguardevole cifra di 1.648 miliardi di euro (fonte ABI). Gli accantonamenti sono frutto di una persistente insicurezza delle famiglie nel futuro, sviluppando da un lato la propensione al risparmio e dall’altro, il ricorso ai prestiti.
Lockdown, spesa online e fitness in casa
Nel periodo marzo-aprile 2020 i consumatori-utenti della rete hanno preferito i siti web della GDO per fare la spesa soprattutto di prodotti freschi e confezionati cambiando le radicate abitudini d’acquisto. Certo erano forzate, ma l’esperienza misurata attraverso la customer satisfaction ha indotto i maggiori player a rafforzare il servizio e la logistica. Ne prova l’interesse anche Amazon che sta sperimentando su alcune città la distribuzione food ai clienti che usufruiscono già della formula “Prime”.
E del fitness in casa? La richiesta di attrezzature nel solo mese di marzo 2020 di chiusura totale hanno raggiunto (secondo il portale di comparazione dei prezzi Idealo) un interesse nella ricerca online da capogiro: tapis roulant (+10.866 %) seguito indoor cycling (+9777 %), tappeti elastici (+7.350 %), pesi (+6.280 %) e molte altre, evidenziando una crescita del 33,5 % del fatturato nel comparto fitness rispetto al 2019.
Il leader mondiale come Technogym non è stato a guardare ed ha messo a punto un servizio domestico di fitness con “classi live” e “on demand” per allenarsi con maggiore coinvolgimento attraverso trainer e compagni virtuali. In assenza delle palestre, luogo per eccellenza di sviluppo della forma fisica e incontri, si punta ad esperienze positive da condividere.
E-commerce e streaming tra vendita multicanale e fruizione in-diretta
Nella metà dello scorso anno si è assistito a un incremento delle ricerche sui motori del web favorendo un aumento del 30 % degli utenti negli e-commerce. Ma se a primavera questo risultato era obbligato dal lockdown, l’aumento si è confermato anche nei mesi di settembre – ottobre quando i negozi fisici erano aperti. Cosa significa?
In uno studio di Nielsen si rileva che l’utente-consumatore (il 66 % dei casi) ha scelto online il suo prodotto guardando le informazioni, le schede prodotto, le immagini e le recensioni dei clienti, prima di acquistare in negozio. Questo significa che la multicanalità esiste, è praticata, gli utenti la integrano e non deve spaventare i piccoli negozi che troppo spesso resistono a vecchie logiche di vendita che non hanno più ragione d’esistere.
Oggi ci sono in città a Verona negozi di abbigliamento che ti portano la merce che scegli online, a casa e puoi provare e comprare ciò che vuoi, senza impegno.
Altri negozi del settore fashion permettono di vestirsi attraverso avatar personalizzati e altri store di moda permettono dirette streaming con acquisti online.
Un cambio di passo verso l’utente. User experience e Digital Marketing.
Esperienza d’uso integrata con il digital marketing devono essere più unite perché nonostante quest’ultima studi l’utente-target e lo segmenti più possibile, spesso non ha o non coglie a sufficienza l’esperienza d’uso. Questo tema è particolarmente sensibile se lo riferiamo al mondo della cultura, in particolare ai musei, alle mostre dedicate all’arte dove esiste un pubblico particolarmente più sensibile e preparato.
Il Museo degli Uffizi di Firenze, diretto da Eike Schmidt, ha messo in moto “Fabbriche di Storia”, dodici capolavori dell’arte presenti nel museo fiorentino narrati da voci di attori del calibro di Ottavia Piccolo, Lella Costa, Marco Paolini. In questo modo il museo reinventa se stesso e il risultato è sorprendente per il pubblico che si trova a fruire di un’opera d’arte già ammirata sul web ma con il contributo di una voce narrante del quadro. Un anticipo dell’esperienza che lo porterà a desiderare di vedere l’opera negli Uffizi cogliendo dal vivo quei dettagli che la memoria gli offrirà davanti all’opera.
Per dirla con una studiosa esperta e storica come Valentina Gensini “…mettere al centro il pubblico come protagonista”. “Il museo deve diventare interconnesso” dice un’altra esperta e studiosa archeologa Elisa Bonacini, “sfruttando tutte le tecnologie digitali dal web, al podcast, passando attraverso la realtà aumentata (AR) i videogiochi” per creare esperienze immersive e più approfondite.
Cosa possiamo fare insieme
Ideating è un team sensibile alle tematiche di comunicazione che associata alla tecnologia digitale espande e amplifica le azioni raccontando il meglio delle imprese, delle istituzioni che vogliono uscire dall’impasse della chiusura. Aprire la mente, ascoltare e osservare la user experience degli utenti sarà un primo passo verso la costruzione di modelli di digital marketing utili a imprese e responsabili verso gli utenti-consumatori.
Invia il form compilato con la tua richiesta e ti risponderemo in giornata, perché per noi l’ascolto è una forma di pensiero-azione.
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